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from Premio Fondazione VAF VII, Edizione 2016, Francoforte sul Meno, 2016

 

 

In molte delle sue opere, Ottavia Castellina indaga le condizioni di vita legate a particolari sistemi e biotopi culturali. I video "(L)ending lines" (2012) e "Matrilines" (2015) si concentrano sulla situazione delle donne in contesti sociali diversi, in India e nella parte occidentale di Sumatra. "(L)ending lines" è nato nell’ambito di un programma di residenza che l’artista ha seguito a Nuova Delhi. Un articolo di giornale ha attirato la sua attenzione sui "women-only trains“, treni introdotti appositamente in molte grandi città indiane, e accessibili solo alle donne, che possono così proteggersi da attacchi violenti o stupri durante il loro tragitto quotidiano verso il posto di lavoro. Castellina prende più volte questi mezzi, che collegano la periferia urbana al centro, e con la sua fotocamera si tuffa in un mondo totalmente altro. "You will never see an Indian woman walking alone with a camera as you do. When a girl is young, she is guided by her father; when she is older, she is guided by her husband; when she is very old, she is guided by her son", così recita la voce all’inizio del video. In una sorta di diario di viaggio, Castellina cattura la breve e disinvolta pausa di libertà di queste donne, le loro speranze, i loro sogni e le loro paure, schizzando un delicato ritratto della loro realtà di vita, stretta nelle maglie di una società patriarcale.

 

Per il suo progetto "Matrilines", invece, Castellina si è recata in Indonesia per visitare la parte occidentale dell’isola di Sumatra. Qui vivono i Minangkabau, un popolo di circa tre milioni di abitanti che segue la religione islamica e allo stesso tempo un ordine sociale matrilineare. Si tratta del più grande matriarcato a tutt’oggi esistente, in cui ad esempio le madri trasmettono in eredità case e terreni esclusivamente alle figlie. Se a Nuova Delhi Castellina era accompagnata da una donna indiana, qui ha al suo fianco un uomo del posto. Se nei "women-only trains" le sue interlocutrici erano esclusivamente donne, qui sono gli uomini a illustrarle l’antichissima, complessa cultura dei Minangkabau che, mescolatasi in modo contraddittorio con una religione patriarcale come l’Islam, oggi corre il rischio di essere contaminata da modelli e stili di vita moderni.

 

Ottavia Castellina, nata a Torino, vive da molti anni a Londra. Straordinaria osservatrice, ha un particolare intuito per le persone, intuito che dimostra fra l’altro nella sua serie fotografica "Portraits from Slices of Life", Si tratta di una serie di ritratti che nasce in collegamento con l'omonimo progetto editoriale "Slices of Life" di Elia Romanelli e Piero Vereni. Questa pubblicazione coniuga in modo insolito le storie di vita di 31 passanti londinesi e le ricette scritte a mano da loro stessi con i loro ritratti fotografici realizzati dall’artista. Si tratta effettivamente di persone fermate per strada in maniera casuale, dove Castellina, in un secondo momento, si reca brevemente a casa di ciascuna, per ritrarle. Come lei stessa spiega, l’ispirazione originaria sono stati i ritratti fiamminghi del XVI secolo, l’età d’oro dei Paesi Bassi, in cui la borghesia in particolare, favorita da un vivace commercio internazionale, conobbe un enorme sviluppo economico, che si riflette negli innumerevoli ritratti realizzati in quegli anni. I committenti, per darsi lustro, si facevano raffigurare con oggetti rari e merci preziose, che costituivano degli status symbol. Analogamente, l’artista ha incoraggiato le persone a mettersi in scena all’interno di una sorta di wunderkammer contenente gli oggetti a loro più cari, rivelando anche cose nascoste, rimosse o desiderate: il risultato è una avvincente serie di scenografie bizzarre e di immagini affascinanti.

 

Silvia Höller

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